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LA DIFFERENZA TRA FORMA FISICA E CONDIZIONAMENTO

Quante volte avete sentito questa frase? “In allenamento mi sento bene ma poi in gara vado piano”, io purtroppo tante. Ma perché? Perché se noi prepariamo un atleta ad una gara, e prima della gara questo atleta ha delle ottime prestazioni, poi non possiamo avere la certezza matematica che riuscirà a sentirsi così anche durante la competizione? Spesso infatti accade proprio il contrario. Tutto ciò può avere molte cause, ma la principale è lo stress. Ultimamente la parola stress viene associata a bollette da pagare, a problemi sul lavoro o a litigi con il proprio partner, in realtà lo stress è qualunque cosa che stimoli una risposta ormonale. Ecco un esempio, seppur estremo, che può chiarirvi le idee:

Se vi trovaste in mezzo alla giungla e vedeste una tigre balzare di fronte a voi, cosa capiterebbe dentro al vostro organismo? Il cuore inizierebbe a battere più velocemente, la pressione sanguigna si alzerebbe, il sangue verrebbe trasportato verso i muscoli e si dilaterebbero le pupille, tutto questo avviene perché il vostro cervello sa che dovete scappare a gambe levate, e per farlo avete bisogno di energia.

Questo potentissimo meccanismo di sopravvivenza è regolato dal sistema nervoso autonomo, nella sua branca simpatica (combatti o fuggi), e permette al nostro corpo di poter fronteggiare situazioni percepite come pericolose, utilizzando però un elevato quantitativo di energia (ATP). L’ambiente in cui viviamo oggi, fortunatamente, non ci pone quotidianamente nelle condizioni di fronteggiare una tigre, però abbiamo iniziato a percepire come stressanti altre situazioni (un colloquio di lavoro, una verifica a scuola, il primo appuntamento, ecc) e la risposta che il nostro corpo da è sempre la stessa: combatti o fuggi. Come ho detto prima, questo processo mobilizza un’elevata quantità di ATP ai fini della sopravvivenza, ma nel momento in cui questo non è necessario poiché non dovete fare uno corsa sfrenata o lottare contro un nemico, il vostro corpo dovrà “risistemare” le scorte di ATP messe in circolo. Tutto questo processo è altamente inefficiente ed energicamente dispendioso. Risultato? Consumo inutile di ATP.

Ora, ritornando alla domanda iniziale, non vi viene da pensare che le condizioni ambientali di una gara possano in qualche modo stimolare la medesima risposta ormonale allo stress? Quante volte genitori, allenatori, sponsor o avversari hanno rappresentato un potenziale ambiente stressante per un atleta? Tante. La percezione di uno stressor (fattore stressante) da parte di un atleta scatena in lui una risposta ormonale la quale consuma ATP, la diminuzione delle scorte energetiche influenza poi direttamente la performance. L’ambiente della competizione innalza i livelli di consumo energetico stimolando la risposta di adattamento allo stress e negando all’atleta di poter sfruttare al massimo le sue condizioni di forma fisica.

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Barely got away ?

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Secondo voi, Kody Antle (guardiaparco della riserva naturale Myrtle Beach Safari), che ogni giorno lavora a stretto contatto con le tigri, avrebbe la stessa risposta ormonale che avreste voi di fronte ad una tigre?
Probabilmente no, o per lo meno è abituato a percepire quello stress, e di conseguenza la sua mente e il suo corpo si sono adattati.

Da qui emerge l’importante differenza tra forma fisica e condizionamento:

Ogni allenatore ha il compito di creare in allenamento una situazione stressante almeno quanto la gara, sia dal punto di vista fisico che mentale, così da poter produrre un atleta sufficientemente condizionato per una specifica prestazione. È necessario comprendere tutti i fattori ambientali che la gara impone (tempi, richieste energetiche, tipologia di avversari, condizioni climatiche, ecc), solo così facendo sarà possibile preparare un atleta ad un determinato stress.

La performance può essere interpretata come la quantità di energia che viene consumata rispetto alla quantità di energia che l’organismo riesce a produrre. In quest’ottica, quindi, l’obiettivo dovrebbe essere quello di massimizzare la produzione energetica e minimizzare il consumo energetico: imparare a gestire lo stress causato dalla competizione è fondamentale ai fini prestativi.

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